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Verdi
di rabbia
Una vita intera fuori dall’euro
Verde dalla rabbia il
fronte antieuro ha assistito sgomento alla conversione di Tsipras alle sirene
del rigore. Il mitico eroe della democrazia perduta, il premier greco, è
divenuto un Quisling qualunque. A parte i paragoni storici che si sprecano,
il capo del fascismo norvegese sciolse il parlamento senza mai esservi
eletto, è chiara la tesi. La moneta unica ha dato ai tedeschi quel potere
sull’Europa che non riuscirono ad ottenere nemmeno
con due guerre mondiali. C’è da dire che la prospettiva europea ci ha giocato
un brutto scherzo, non abbiamo costruito l’Europa degli Stati e siamo
diventati tutti nazionalisti, persino coloro che meno potevi sospettare di
simili inclinazioni. Se la Germania ci fa tanta paura, la stessa
provata da Andreotti al momento della riunificazione, non possiamo fare
niente: isoliamoci. Da destra a sinistra, per non parlare di Grillo, chi più
chi meno, ha le sue ricadute anti rigoriste e anti tedesche. Persino Renzi ci
scivola di tanto in tanto. Visto che la Germania non cambierà
e noi nemmeno, salutiamola e prendiamo un’altra strada. Non vogliamo nemmeno
dire che pure avremmo dovuto conoscerla la
situazione per quale era. Mentre Brunetta vorrebbe uccidere la Merkel - si crede von
Staffemberg -, l’unico che ha difeso l’euro, pensate voi, è Umberto Bossi.
Salvini invece ha scoperto Krugman, Stiglitz, la scuola keynesiana, un bagno
di cultura. Inutile dire che quelli sono americani e vedono l’Europa
dall’altra sponda dell’Atlantico pensando che quello che va bene per loro
vada bene anche per noi. È una polemica fra scuole di pensiero che si
trascina dal secolo scorso. Ci sono paesi che sul debito crescono ed altri
che affondano, così come imprenditori. Dipende dalle condizioni materiali,
come dire, dalle circostanze concrete, perché tutte le teorie sono perfette
fino a quando non si calano nella realtà. La realtà
in Grecia si è mostrata impietosa e Tsipras con i suoi concittadini in coda
agli sportelli delle banche, ha ceduto. Ha sbagliato? Al limite hanno
sbagliato i governi greci che hanno aderito all’euro, lui ne ha pagato le
conseguenze. Certo che sarebbe stato per lo meno
curioso lasciare l’area euro, per entrare magari in quella russa, quando
persino l’Ucraina vuol fare il percorso inverso. L’Italia è molto più libera
della Grecia, non corriamo il pericolo di finire nella zona di influenza del
Cremlino, possiamo stare tranquilli. Noi ci affacciamo direttamente sul
Mediterraneo, siamo molto più vicini a paesi come l’Egitto e la Libia. Sappiate
solo che anche quelli hanno più risorse energetiche di noi. Ci chiederanno
qualche sacrificio per ovviare.
Roma, 17 Luglio 2015
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